Comunicato stampa di Legambiente
Non chiamatelo Tartarugaio: il nome giusto è ECOMOSTRO!
Da
alcuni mesi – nonostante un coro di proteste - sta sorgendo, come un
indesiderato e velenoso fungo, una nuova costruzione ai piedi della sky
line della Città Vecchia, destinata a diventare una clinica per curare
le tartarughe.
La vicenda è abbastanza nota ed è stata oggetto di
diverse critiche - tra le altre quella della nostra Associazione –
nonché di una indagine della magistratura seguita alla presentazione di
uno specifico esposto.
Nel ribadire la nostra più assoluta
contrarietà verso questo intervento sciagurato, e considerato che la
Commissione Assetto del Territorio del Comune di Taranto dovrà tornare
ad occuparsene nei prossimi giorni, vogliamo porre pubblicamente qualche
interrogativo, che ci auguriamo non rimanga senza risposta.
Perché
costruire un nuovo edificio in cemento armato in Città Vecchia, quando è
universalmente riconosciuta la inderogabile necessità, invece, di
restaurare il patrimonio edilizio pubblico abitativo e di interesse
storico-artistico dell'Isola?
Perché, per non sprecare (se non
ricordiamo male le dichiarazioni dell'ex assessore Lucio Pierri) 700.000
euro di soldi pubblici, se ne devono spendere 2.300.000, sempre
pubblici, per un manufatto di cui non si avverte alcun necessità?
Perché
si è deciso di modificare il “volto” dell'Isola senza ascoltare i
cittadini, gli ordini professionali e tutti i portatori di interesse
attraverso una procedura partecipata che dovrebbe guidare,
inderogabilmente, scelte così impattanti?
Sono state interpellate
le Soprintendenze Archeologica e ai Monumenti? Se ciò è avvenuto ci
chiediamo in base a quali criteri abbiano dato il proprio benestare,
tenuto conto che il faro di ogni intervento in Città Vecchia dovrebbe
essere il Piano Blandino, che assolutamente esclude ogni e qualsivoglia
nuova edificazione sull'Isola.
É come se accanto al Colosseo si
desse l'autorizzazione ad edificare una casupola, in un ipotetico stile
“romano” e si pretendesse di far digerire ai cittadini tale intervento
come un utile ed importante orpello per valorizzare l'antico. Assurdo.
Al
momento non sappiamo come andrà a finire questo pasticcio urbanistico.
Passano i giorni e l'indigesta opera cresciuta in tutta fretta pare
abbandonata, forse a causa dell'intervento della magistratura della cui
indagine attendiamo l’esito.
Riteniamo però che l'Amministrazione
Comunale abbia, a questo punto, il dovere di ripensare l’intervento, di
consultare i cittadini, gli ordini professionali, tutti i portatori di
interesse, discutere ed esibire pubblicamente l'intera documentazione
attinente l'opera: pareri, progetti, consulenze, incarichi, studi
sull'impatto e sulle ricadute dell'operazione.
Ci chiediamo, tra
l’altro, con quali soldi si potrà far funzionare, nel tempo, questa
ipotetica clinica per tartarughe. Vorremmo sbagliarci, ma temiamo che al
danno si aggiunga la beffa e che questo scempio si riveli l'ennesimo
contenitore vuoto e inutile, un ECOMOSTRO insomma, per dirla con un
termine coniato da Legambiente ormai molti anni fa.
E Taranto ha bisogno di bellezza, non dell’ennesimo ecomostro.
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