domenica 29 dicembre 2013

A spasso col ministro tra crolli e cozze

Giornata tarantina per il Ministro dei Beni Culturali. “Fondamentale il ruolo del Museo”


Giornata tarantina per il ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Massimo Bray. L’esponente del Governo ha raggiunto Taranto “recuperando” la visita poi disdetta nel corso della scorsa settimana.  Bray ha sottolineato che “il Museo rappresenta una realtà d’eccellenza per il territorio e l’inaugurazione della nuova ala costituisce una coraggiosa risposta di cambiamento e sviluppo”. Il ministro ha assicurato per il 2014 l’impegno a trovare risorse per tutelare il patrimonio archeologico. “Il valore della cultura in questa città è importantissimo – ha detto – Strutture come il Museo di Taranto rappresentano una diversificazione e il lavoro fatto è una risposta straordinaria di gente fattiva che non si ferma davanti a problematiche come quelle ambientali dell’Ilva”.

http://www.lesciaje.it/2013/12/29/una-visita-guidata/
Le sciaje
Dopo la visita “istituzionale” Bray ha insistito per visitare la Città Vecchia: ha raggiunto a piedi l’Isola passeggiando con un folto gruppo di rappresentanti istituzionali, tra cui l’Assessore ai Lavori Pubblici Lucio Lonoce in rappresentanza del Comune di Taranto, esponenti dell’associazionismo, giornalisti e fotografi. Guidato dal presidente dell’Associazione “Le sciaje” Angelo Cannata , ha visitato non solo le parti riqualificate ma anche le zone che hanno subito crolli (l’ultimo stanotte, in un palazzo di proprietà della Curia in zona “ringhiera”). Ha visitato anche alcune abitazioni private toccando tangibilmente la capacità d’accoglienza degli abitanti della Città Vecchia, tra caffè offerti, Birra Raffo e una teglia di cozze “arracanate” appositamente fatta giungere da un ristoratore.

1536601_10202638238774699_831201633_nBray ha promesso che non abbandonerà la Città Vecchia: “Ritornerò presto – ha dichiarato – . Questo è un luogo prezioso, dalla forte identità che è stata sopita per troppo tempo e che va riportata alla luce”. (CorrierediTaranto)

giovedì 26 dicembre 2013

Rigenerazioni e visioni

DAL 26 AL 29 DICEMBRE, COMITATO DI QUARTIERE CITTÀ VECCHIA, CASA OCCUPATA VIA GARIBALDI 210
presentano:
RIGENERAZIONE URBANA?  DA VICOLI CHIUSI A SPAZI APERTI!



Quattro giorni di iniziative di controinformazione sulle pratiche da operare nei territori segnati dalle speculazioni edilizie e dalla colonizzazione dell'industria pesante.
Le iniziative creano una cornice appropriata per l'inaugurazione della BIBLIOTECA POPOLARE (c/o via Garibaldi 210) che nasce dalla volontà degli occupanti di via Garibaldi 210 di continuare il percorso di rivalutazione storico e culturale cominciato con l'occupazione del 25 Agosto.
In questa dimensione va letta la mostra fotografica vicoli chiusi, un intenso susseguirsi di scatti sulle pratiche istituzionali di 'valorizzazione' dei vicoli pulsanti di storia della meravigliosa e abbandonata città vecchia. Mostra che ambisce ad evolversi e completarsi mediante scatti sulle pratiche di autorganizzazione ed autorecupero che speriamo si diffondano sempre di più in tuto il territorio tarantino. Una strada per realizzare questa ambizione verrà segnata il 28, presso la biblioteca popolare, quando la mostra verrà arricchita dagli scatti sul recupero del ex-ostello della gioventù rendendo evidente cosa intendiamo per SPAZI APERTI

-26 DICEMBRE 2013:
VIDEOPROIEZIONE 'URBAN II:" LA GRANDE TRUFFA"
+ ZIO UMBERTO DJ-SET (PUNK-ROCK-
PROGRESSIVE).

-27 DICEMBRE 2013: MOSTRA FOTOGRAFICA "VICOLI CHIUSI" + CENA POPOLARE.

-28 DICEMBRE 2013: APERTURA BIBLIOTECA POPOLARE + MOSTRA FOTOGRAFICA "VICOLI CHIUSI E SPAZI APERTI( DAL DEGRADO ALL'AUTORECUPERO)" + APERITIVO MUSICALE.

-29 DICEMBRE 2013: PRESIDIO AL MERCATO VIA DI MEZZO, ORE 10.00, "BASTA CROLLI, BASTA POLITICI" + PROIEZIONE SULLA TARANTO NEGLI ANNI '60  " L'INIZIO DELLA SIDERUGIA" + BRUSCA DJ SET.

26 E 27 COMITATO DI QUARTIERE CITTA' VECCHIA.
28 E 29 BIBLIOTECA POPOLARE CASA OCCUPATA VIA GARIBALDI 210.

INIZIO INIZIATIVE ORE 18.00.

martedì 3 dicembre 2013

Sinfonia d'autunno (2013)

Se Taranto Vecchia se ne va

“La questione del centro storico tarantino è una questione di importanza nazionale e non soltanto locale. Si tratta di conservare un complesso monumentale che interessa tutto il Paese e alla cui conservazione tutto il Paese deve concorrere.” (G. C. Argan)

Impalcature, case serrate da croci decussate, piccoli muschi che le mangiano da dentro assieme all’incuria dell’uomo che le segna da fuori. Chissà che ne avrebbe detto, oggi, Giulio Carlo Argan. Proprio lui che nel 1939 contribuì a stilare, con Cesare Brandi, la famosa legge 1089, ancora oggi base per la tutela del patrimonio storico, artistico e archeologico della nazione. Proprio oggi che la bella via di Mezzo ha visto sbriciolarsi uno dei suoi stabili che, sotto i frustranti colpi di qualche goccia di pioggia, ha mostrato con un rigurgito d’orgoglio il prezioso cuore settecentesco racchiuso entro quelle mura fatiscenti. Accade a distanza di qualche giorno dall’innalzamento di un muro in tufo in Postierla via Nuova, dal crollo dell’ennesimo edificio in via Garibaldi, a qualche passo dalla chiesa di San Giuseppe. Chissà che avrebbe detto di quei cordoli che, lungo la ringhiera, hanno reso arduo il passaggio dei grandi mezzi, talmente arduo che le belle mensole di alcuni antichi balconi, solo qualche mese fa, hanno dovuto soccombere sotto urti maldestri. E se si corre con la memoria un po’ indietro – ma non di molto, appena al febbraio del 2011 –, immaginare quale tarlo l’avrebbe roso dentro alla notizia dello sgretolamento di parte della chiesa di San Paolo, in via Pentite, è difficile quasi quanto passare oggi per quella via.
Sono solo poche delle tante sconfitte del borgo antico, lasciato solo a combattere contro il tempo, contro l’incuria, contro i muschi e la pioggia e contro un devastante silenzio, quello delle Amministrazioni locali che ogni qual volta ci sarebbe stato da alzare la testa e guardare in faccia questo anziano fiore moribondo, hanno preferito volgere lo sguardo altrove. E restare in silenzio.
In silenzio la città vecchia se ne va, colpita da più fronti. Lei, che ha retto con dignità all’andar dei secoli e alle invasioni, alle guerre e ai regimi; lei che ha affascinato storici dell’arte e registi, ispirato artisti di ogni sorta; lei che ha tenuto duro fino a ridursi ai minimi termini, in una solitudine non cercata, a chiedere un aiuto che non è mai arrivato.

Crollo dell’edificio in via di Mezzo (Ph. Nicola Sammarco)
E se ne andrà davvero se non si affronterà la faccenda a piene mani, con le leggi di tutela e conservazione su un tavolo e, attorno ad esso, esperti in restauro edilizio, storia dell’architettura e dell’arte, fondi strutturali, urbanistica, sviluppo territoriale. Se ne andrà brano a brano se le Amministrazioni locali non decideranno di guardarla in faccia e dire basta al suo stato di abbandono, dirottando su di lei le risorse necessarie, tornando a considerarla una priorità assoluta nel territorio. Una priorità di ordine storico, artistico, documentario; ma anche una priorità dal punto di vista della pubblica sicurezza, perché lì dove ancora i bambini vanno a giocare, o la gente cammina in piena serenità, non si può correre il rischio di vedersi crollare addosso calcinacci e pietre, di trasformare una passeggiata in una tragedia.
E se davvero Taranto Vecchia dovesse decidere di arrendersi, di lasciarci per sempre, noi ci sentiremmo senza dubbio un po’ più soli e un po’ più vuoti; ma chi ha occupato i posti di potere senza alzare lo sguardo avrà sulla coscienza il peso delle generazioni future alle quali sarà stato negato un pezzo della propria storia, orfane della propria identità. E, non sapendo dove cercarla, cresceranno ingrate e, probabilmente, il destino della città “vecchia” toccherà, infine, a quella parte – superba – che oggi si fa chiamare “nuova”.
Sono fenomeni che hanno la stessa genesi. Sono fenomeni tristemente irreversibili. Ogni pietra che cade è per sempre. La si potrà attaccare nuovamente con un po’ di calce, ma il posto che  la storia le aveva assegnato non lo riprenderà più. (Siderlandia)

mercoledì 13 novembre 2013

Ancora rumore... per nulla!

Crollo in postierla Via Nuova. 13 novembre 2013. Foto di Franco Zerruso.

Autunno. Cadono le foglie.
Pioggia e vento si accaniscono sui poveri denti traballanti della Vecchia Signora che fu Città.

Anche questo autunno comincia con il suono del tufo paglierino che si frantuma a terra.
Come tanti da troppi decenni.

Qualcosa che muore piano piano scompare, fino all'ultima strofa neomelodica nei vicoli umidi.
Delenda Taranto!


lunedì 7 ottobre 2013

Addio palazzinari?

Una piazzata in pieno stile tarantino.
Siamo di fronte alla fine di una categoria di palazzinari vissuti all'ombra della speculazione?
Una categoria che ha sempre preferito le mazzette e gli inciuci coi politici di turno allo sviluppo di progetti avanzati, di nuove tecnologie?
Come i dinosauri di un'età dell'oro di soldi facili, piani indefiniti e sempre in variante, gestione anarchica e lobbistica, ora ansimano con la città che si contrae, con le nuove leggi sul territorio, con la richiesta di competitività sull'offerta e di riqualificazione dell'esistente. 
Già adesso vengono da fuori a soddisfare queste richieste.
Il settore non è morto, sono loro ad essere ormai superati! 

"Il settore edile è in vendita" l'annuncio shock sui giornali

Sembra la classica pagina pubblicitaria di vendite immobiliari. Ma è l’intero sistema di imprese edili di Taranto che in questo modo comunica di aver chiuso, battuto dalle difficoltà del momento, dall’indifferenza delle banche e dalle promesse mancate della politica. “Fine attività” c’è scritto sulla pagina di giornale comprata sui quotidiani locali dalla sezione dei Costruttori edili di Confindustria Taranto, aderente all'Ance. Il 'vendesi' campeggia a caratteri cubitali, e nella pagina non mancano le offerte condite da amara ironia. Si offrono infatti 'sconti al massimo ribasso, comodi pagamenti in ritardo, zero interesse dalle banche'. E poi, a chiudere la pagina, un chiaro riferimento a chi dovrebbe lavorare per il bene comune: 'Astenersi perditempo politici'. Quella della pagina pubblicitaria sui giornali è solo la prima di una serie di iniziative che i costruttori tarantini hanno in calendario per invitare le istituzioni a un confronto per trovare le soluzioni ad una crisi che sta portando alla cancellazione del settore. La prossima verranno affissi per la città manifesti '3x6' dello stesso tenore. "Dal 2009 ad oggi - spiega Antonio Marinaro, presidente dell’organizzazione di categoria - la massa salari è diminuita del 69 per cento, e questo è direttamente proporzionale al calo del fatturato. Nello stesso periodo, dall'inizio della crisi, il settore ha perso 4.000 addetti". L'imprenditore punta il dito soprattutto sull'utilizzo degli investimenti, che a Taranto ci sono stati ma non hanno avuto ricadute positive sull'economia locale. "Penso - spiega - alla realizzazione con fondi Cipe della piastra logistica al porto, oppure alle bonifiche ambientali. Per le imprese locali è come se non fosse accaduto nulla, tutto è passato sulle nostre teste". Marinaro parla di "potentati economici italiani ed europei che si garantiscono gli appalti, prendono i soldi e vanno via", senza lasciare neanche le briciole al tessuto economico locale. "Non lo possiamo permettere più - conclude - o qui sarà la fine dell'edilizia". (Rep)

giovedì 3 ottobre 2013

Zone Franche... un altro modo di porgere il cappello

Zone Franche Urbane, chiarito l’arcano fra Ministero e Regione: Taranto e Manduria sono dentro

Le Zone Franche Urbane pugliesi tornano sotto l’egida dello Stato. Il chiarimento è stato messo nero su bianco nella circolare n.32024 emessa lunedì scorso dal Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Sociale del Ministero per lo Sviluppo Economico. Aveva suscitato giusti allarmismi la decisione della Regione di finanziare con propri strumenti il programma di fiscalità agevolata per piccole imprese, ripescato a fine 2012. In realtà pare si sia trattato di un fraintendimento col Ministero, giacché la Regione intendeva solo includere ulteriori città, oltre a quelle già approvate nel lontano 2008 (leggi QUI il chiarimento dell’ass. regionale Capone). Allora la Regione selezionò 11 comuni sulla base delle disposizioni del Cipe, ma il Ministero diede la sua approvazione solo per tre di questi: Taranto, Lecce ed Andria. Ora il piano nazionale includerà le altre otto, fra cui anche la nostra Manduria. In particolare per Taranto la ZFU ricomprenderà le aree dell’Isola, dei Tamburi e di Paolo VI.
Pare dunque volgere al termine la telenovela delle ZFU, prima istituite, poi cancellate dal provvedimento del ministro Tremonti e ora ripescate dopo cinque anni di nulla e ben tre governi. Decisione di fondamentale importanza per il nostro territorio, sperando che i sussulti politici non le mettano nuovamente a rischio. Altro aspetto di non poco conto è che, mentre i criteri di agevolazione sono stati decisi a livello centrale, i fondi sono a carico delle regioni. La Puglia ha stanziato 134 milioni per i suoi undici comuni, occorrerà ora vigilare affinché il nostro territorio abbia quanto gli necessita per ripartire. Si tratta di agevolazioni fiscali per piccole e medie imprese, come scritto poc’anzi, ma cosa prevedono nello specifico le ZFU? eccolo spiegato: l’esonero dal pagamento delle Imposte sui redditi (IRES ed IRPEF) sino ad un massimo di € 100.000 aumentati di € 5.000 per ogni lavoratore assunto successivamente al primo anno; esonero dal pagamento dell’IRAP sul un valore massimo della produzione pari ad € 300.000 per ciascuno dei primi 5 anni di attività; esonero dal pagamento dell’ICI per quattro anni per gli immobili posseduti dall’azienda nella ZFU; esonero dal pagamento dei contributi sulle retribuzioni da lavoro dipendente (il 30% dei quali con residenza nella ZFU). Insomma un treno da prendere a tutti i costi, per un territorio che vuole ripartire.
 Il testo della circolare del Ministero nella parte riguardante la Puglia:“Le ZFU della Puglia, pur previste nel Piano di Azione Coesione (PAC) con cui sono stati riprogrammati i programmi cofinanziati dai Fondi strutturali 2007-2013 e al cui interno è collocata la specifica misura sulle ZFU dell’Obiettivo Convergenza, non sono state incluse nell’ elenco allegato al Decreto, in quanto la Regione Puglia aveva all’ epoca rappresentato la volontà di finanziare gli interventi nelle ZFU ricadenti nel territorio regionale con propri strumenti. Stante la successiva proposta della Regione di utilizzare per l’attuazione degli interventi lo strumento agevolativo nazionale, il Ministero procederà alla modifica del Decreto, al fine di consentirne l’applicazione anche alle ZFU pugliesi, subordinatamente all’aggiornamento del PAC stesso e alla relativa informativa al CIPE. Per pronto riferimento, è riportato in allegato alla presente circolare l’elenco di tutte le ZFU dell’Obiettivo Convergenza previste nel PAC (III aggiornamento, dicembre 2012), quindi anche di quelle ricadenti nel territorio della regione Puglia, con l’avvertenza che la singola ZFU non coincide con l’intero territorio comunale, ma include solo porzioni di esso. Il Ministero provvederà tempestivamente, in relazione ai tempi a disposizione delle imprese per la presentazione delle domande di accesso alle agevolazioni, a comunicare l’esatta perimetrazione delle singole ZFU sulla base dei criteri e degli indicatori stabiliti dal CIPE con la delibera n. 5/2008”. (Inchiostroverde)

giovedì 8 agosto 2013

L'ISOLA CHE VOGLIONO!


Agli organizzatori de "L'ISOLA CHE VOGLIAMO", alla Confcommercio e a tutti coloro che in questi giorni stanno sbandierando una inutile e propagandistica campagna contro ciò che LORO definiscono abusivismo. ABUSO È ALTRO.

"L'ISOLA CHE VOGLIONO!
Come sempre, dietro ogni iniziativa di "valorizzazione" della città vecchia si nascondono le solite speculazioni. Lo si poteva immaginare dato che il maggior finanziatore dell'evento da quando è iniziato, ha comprato interi lotti a prezzi irrisori.
Avevamo immaginato che l'evento sarebbe servito a ghettizzare e criminalizzare ancora una volta gli abitanti storici del quartiere, con il chiaro intento di essere legittimati ad allontanarli. Ci pare assolutamente provocatorio pretendere che gli abitanti del quartiere non si autorganizzino per cercare di procurarsi una forma di reddito seppure temporaneo e saltuario. Le dichiarazioni del questore in merito alla presenza di ambulanti sono in assoluta controtendenza rispetto a qualunque politica di argine della microcriminalità se non si risolvono i problemi principali della città vecchia: la mancanza di servizi sociali e sanitari, mancanza di spazi di aggregazione, interruzione di acqua pubblica per molte ore della giornata e non ultimo le condizioni urbanistiche e architettoniche che fanno da cornice ad un premeditato degrado economico e sociale. Le speculazioni in atto nel quartiere mirano a renderlo una vetrina così come si è già fatto in altri centri storici del sud Italia, senza alcuna salvaguardia per gli abitanti storici del posto nei quali risiedono le reali tradizioni del luogo. Non ci piace un'idea di valorizzazione del quartiere fatta di alberghi e ristoranti lussuosi in cui non c'è spazio per il tessuto sociale attuale del quartiere. Pretendiamo una valorizzazione del quartiere che miri a renderlo abitabile per chi già vive in case fatiscenti, che riconosca negli abitanti del quartiere la sua principale ricchezza, che ritorni un luogo in cui incontrare le proprie radici.
Non è assolutamente possibile rivalorizzare un quartiere con 4 eventi all'anno durante il mese di agosto: la città vecchia è di chi la abita e la sua valorizzazione DEVE ESSERE QUOTIDIANA.

LA CITTÀ VECCHIA È DI CHI LA VIVE!
RIPRENDIAMOCI LA NOSTRA ISOLA, RIAPPROPRIAMOCI DELLE NOSTRE RADICI.

Comitato di Quartiere Città Vecchia"

sabato 13 luglio 2013

Palazzo Pantaleo: il museo delle vergogne

Taranto, tangenti al Comune sette avvisi di garanzia per truffa e corruzione

Corruzione, truffa aggravata, ricettazione. Sono i reati ipotizzati dal sostituto procuratore Enrico Bruschi in una indagine, delegata al Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza, che rischia di provocare un vero e proprio terremoto a Palazzo di Città.
Sono sette gli avvisi di garanzia che il magistrato titolare dell’inchiesta ha dovuto firmare per consentire ai finanzieri guidati dal tenente colonnello Giuseppe Micelli di compiere al meglio la loro attività, pur correndo il rischio di scoprire parzialmente le carte.
Nel mirino sono finiti gli imprenditori Pietro Galiuto, 71 anni, e suo figlio Antonio, 42 anni, entrambi difesi dall’avvocato Gaetano Vitale. I due Galiuto sono titolari di di due aziende (Volpe e Geoga) che hanno svolto numerosi lavori pubblici per conto del Comune di Taranto, soprattutto in città vecchia. Nell’isola, infatti, le imprese in questione si sono occupate, tra l’altro, della ristrutturazione di palazzo Pantaleo, il contenitore culturale ubicato nei pressi della chiesa di San Domenico. L’edificio è stato restituito alla fruizione dei cittadini nel marzo scorso, dopo lavori per 3,6 milioni di euro, finanziati dai fondi Urbani II, con quota di partecipazione comunale, e diretti dall’architetto Enzo La Gioia, responsabile per il Comune dell’ufficio di Area Vasta.
Proprio La Gioia, difeso dall’avvocato Egidio Albanese, è uno degli altri cinque indagati: assieme all’ex presidente dell’ordine degli architetti di Taranto, sotto i riflettori delle Fiamme Gialle sono finiti il geometra Antonio Mancini, funzionari dell’ufficio comunale Risanamento Città vecchia già coinvolto nell’inchiesta sul tartarugaio, il funzionario dei lavori pubblici Marcello Traversa, e Francesco Scialpi.
L’inchiesta avrebbe preso le mosse da un dettagliato esposto presentato da un ex dipendente dei Galiuto e concernenti le modalità di realizzazione dei lavori oggetto di appalto, lavori riguardanti non solo Palazzo Pantaleo ma anche ulteriori interventi fatti in città vecchia. Lo scorso 4 luglio i finanzieri hanno eseguito una approfondita perquisizione negli uffici delle imprese dei Galiuto, procedendo inizialmente per l’ipotesi di reato di truffa aggravata ai danni dello Stato.
Nel corso della perquisizione, però, i militari avrebbero rinvenuto documentazione tale da far compiere un clamoroso salto di qualità all’inchiesta, accreditando l’ipotesi di corruzione poi formalizzata l’altro giorno, quando i finanzieri sono piombati nelle abitazioni e negli uffici dei funzionari pubblici, compiendo una ispezione finalizzata ad accertare se davvero, come sembrerebbe da alcune carte sequestrate nei giorni precedenti, gli imprenditori hanno corrotto i loro interlocutori e controllori tramite lavori eseguiti nelle rispettive proprietà, senza alcun corrispettivo. (GdM)

mercoledì 3 luglio 2013

La sindrome di Calimero

...la "sottile" differenza tra un populista circondato da arraffoni e il sindaco che ci vorrebbe in una città come Taranto, quello che sa ascoltare e coinvolgere la cittadinanza attiva e colta.
Tanto la lacrimuccia salva sempre tutto... no?


Stefàno: «Restituiremo i soldi all’Ue»

oubliettemagazine
«Non potevamo pensare di demolire quella struttura anche perché sono stati utilizzati dei finanziamenti. Probabilmente restituiremo i soldi all’Unione europea».
Il day after al sequestro della struttura, che doveva ospitare la “clinica delle tartarughe”, è amaro per il sindaco Ippazio Stefàno. Lo si intuisce dal tono della sua voce, solitamente squillante e arrembante anche nei momenti più buoi della sua gestione.
Ieri, infatti, la Guardia di Finanza ha proceduto al sequestro, su provvedimento d’urgenza firmato dal pm della Procura di Taranto Enrico Bruschi, del cosiddetto tartarugaio.
I sigilli, alla struttura che si erge oltre la “ringhiera” di corso Vittorio Emanuele, a qualche centinaio di metri in linea d’aria dal molo Sant’Eligio, sono stati apposti nel primo pomeriggio di ieri, per quello che, agli occhi di buona parte della città, è sembrato un “sequestro annunciato”.
Abbiamo deciso di contattare il sindaco Stefàno per chiedere un commento in merito all’operazione con la quale le Fiamme Gialle hanno bloccato la realizzazione dell’opera per la quale il Comune di Taranto avrebbe ricevuto un finanziamento dall’’Unione europea che si aggirerebbe sui 2,7 milioni di euro.
Sindaco, c’erano gli estremi per intervenire bloccando l’opera, prima che lo facesse la Guardia di Finanza su ordine della Magistratura?
«Non potevamo pensare di demolire la struttura. Quel progetto, che risale alla Giunta Di Bello, ha ricevuto dei finanziamenti dietro un impegno a chiudere in un determinato tempo tutti i lavori».
Certo, ma l’Amministrazione comunale non è intervenuta...
«La Guardia di Finanza, per conto della Magistratura, ha fatto quello che doveva fare».
E il Comune, invece, cosa ha fatto?
«Nel momento in cui ci sono state le prime segnalazioni, per fare luce sulla realizzazione dell’opera sono andato per due volte a parlare personalmente».
Con chi ha parlato?
«Ho parlato con l’ex assessore, che fra l’altro è anche architetto, Antonella Carella. Anche ai tecnici ho chiesto spiegazioni. Ho addirittura chiesto che facessero una conferenza stampa per spiegare ogni passaggio che ha portato alla realizzazione della struttura. Mi sono sembrati molti sicuri.
E ora, cosa accadrà?
«Dovremo aspettare e seguire attentamente l’evolversi della vicenda per capire la situazione. Certo, probabilmente dovremo restituire i soldi all’Unione europea». (TaSera)

lunedì 1 luglio 2013

Alla faccia dei Tonti...

I militari della Guardia di Finanza hanno sequestrato questa mattina il tartarugaio in fase di costruzione a Taranto, su un tratto di costa sul Lungomare sottostante la cosiddetta Ringhiera.
Stando alla ricostruzione fatta dagli inquirenti e basata anche su una perizia, la realizzazione dell’opera sarebbe avvenuta in violazione delle norme edilizie, paesaggistiche e ambientali e senza le necessarie autorizzazioni da parte della Regione. Inoltre, per la costruzione dell’immobile, sarebbero state occupate abusivamente aree demaniali.
Nell’inchiesta diretta dal pm Enrico Bruschi sono indagate 14 persone fra dirigenti, funzionari del Comune di Taranto, tecnici e imprenditori (da quanto si è appreso non ci sono politici) che hanno avuto un ruolo nell’iter amministrativo iniziato nel 2004.
Il provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza emesso dal magistrato inquirente dovrà essere convalidato dal gip.
La vicenda è finita sotto la lente d’ingrandimento della magistratura in seguito ad alcuni esposti presentati da cittadini e associazioni ambientaliste che hanno segnalato la presenza di quello che molti definiscono un ecomostro in considerazione delle sue dimensioni e della collocazione. (CdG) Il provvedimento, frutto di un'accurata attività peritale ordinata dal suddetto magistrato ha origine dagli esposti inviati in Procura dall'avv. Enzo Gigante e da Carmine de Gregorio.

giovedì 18 aprile 2013

Che agonia lenta!

Foto Lino De Guido
E’ finita.
Lo stabile gravemente ferito dal tornado lo scorso 28 novembre è definitivamente crollato proprio mentre, con SOLI 5 MESI DI RITARDO, veniva puntellato. Ora speriamo che non si tiri dietro i palazzi limitrofi, anch’essi in gravi condizioni.
Ma è possibile non riuscire a pensare un piano di risanamento che tenga conto delle esigenze culturali e abitative della nostra città? possibile che non si riescano a coinvolgere le migliori intelligenze della città con una reale programmazione partecipata?
Rimaniamo in attesa di risposte, continuando però a denunciare gli scempi del degrado nella nostra Città Vecchia e a portare avanti la il nostro lavoro di ricerca, studio e promozione sociale del territorio. (Sciaje)

sabato 23 febbraio 2013

Speriamo che non resusciti!

Cancellato il progetto del parcheggio sotto la Rotonda del Lungomare

Cancellato il Parcheggio sotto la Rotonda di Lungomare dal piano triennale delle opere pubbliche. Una buona notizia per  Legambiente che ha sempre contrastato il progetto ritenendolo un'idea vecchia, sbagliata e dannosa.
Non solo. Si trattava di una scelta in palese contraddizione con quella  relativa alla costruzione di due aree di parcheggio di interscambio, poste ai margini della città, in località Cimino e Croce, destinate  nelle intenzioni  a ridurre i flussi di traffico veicolare privato e a rilanciare quello pubblico. Quanti automobilisti le avrebbero utilizzate sapendo che avrebbero potuto arrivare direttamente in auto in pieno centro dove avrebbero trovato ad attenderli un megaparcheggio alla Rotonda? 
Come dimostra l’esperienza di tante città italiane ed europee, la costruzione di nuovi parcheggi nel centro delle città  produce un automatico incremento del traffico automobilistico privato. La conseguenza è un maggior inquinamento atmosferico. Non è di questo che Taranto  ha bisogno, ma del suo esatto contrario: minor traffico e minor inquinamento.
Senza andare lontano, a Bari, soli 90 km di distanza dalla nostra città si è sperimentato con successo un  piano urbano della mobilità con ampi parcheggi ai margini del centro cittadino (non all’interno !) ed un servizio efficiente di mezzi pubblici di superficie, con corsie preferenziali per i bus urbani, navette veloci verso il centro e piste ciclabili con il sistema del bike&ride.
Al Comune di Taranto chiediamo di continuare sulla strada giusta: la strada di una mobilità urbana che privilegi il mezzo pubblico, la ciclabilità e la pedonalità. (Legambiente)

giovedì 14 febbraio 2013

E che patto!

Un patto d'acciaio (offre Riva) tra i commercianti in crisi nera e gli architetti in crisi cronica per accaparrarsi qualche spicciolo del piano città!
Si spera nella "benevolenza" ministeriale e nella solita città vecchia moribonda che dai tempi della Di Bello è sempre buona per fare impressione ai benpensanti (e dispensanti).

Ecco il “patto per la città” per riqualificare Taranto

riqualificazioneUn patto per la città, siglato con l’Ordine degli Architetti con l’obiettivo di arrivare, a strettissimo giro, ad un piano per la riqualificazione di Taranto.
 La novità, annunciata nei giorni scorsi dal presidente provinciale di Confcommercio, Leonardo Giangrande, ha ora il crisma dell’ufficialità. Stamattina nella sede di viale Magna Grecia è stato sottoscritto l’atto d’intesa a livello provinciale tra la stessa Confcommercio e l’Ordine degli Architetti, rappresentato dal suo presidente, Pietro Dione.
 “La situazione di grave difficoltà che il territorio sta vivendo richiede grande impegno da parte delle organizzazioni professionali e d’impresa, finalizzato a ricercare percorsi di crescita del territorio che consentano la realizzazione di un progetto organico, condiviso per superare il modello imposto” è stato spiegato durante l’incontro con la stampa.
 A sottolineare lo spirito dell’iniziativa che fa da apripista a livello nazionale, il presidente Giangrande: “Come abbiamo più volte spiegato, si parte dalla considerazione che non si può pensare all’ampliamento della città, ma si deve partire dalla riqualificazione del Borgo, dove gli abitanti vanno via e le imprese chiudono”. Giangrande stima in almeno 12mila i residenti che hanno abbandonato il centro da qualche anno a questa parte.
“Con questo accordo, e con l’appoggio di Confcommercio nazionale che mette a disposizione il supporto tecnico e logistico (parteciperà anche l’architetto Angelo Patrizio), vogliamo arrivare al progetto di riqualificazione della città, siamo i primi a livello nazionale, vista l’emergenza del territorio”.
 E sui tempi: “Stiamo già lavorando e nel giro di poco tempo presenteremo la nostra idea di piano di sviluppo della città”.
Sotto l’aspetto più prettamente tecnico, l’intesa si pone l’obiettivo di favorire la piena operatività nel territorio del ‘Patto per la Città’, utilizzando al meglio le disponibilità del Piano nazionale per le Città 2012/13 e divenendo promotori dei Contratti di Valorizzazione Urbana. Il protocollo prevede: lo “Sviluppo degli scambi culturali e professionali”.
 A livello provinciale si intende: “favorire la piena collaborazione tra pubblico e privato nelle azioni di recupero delle aree urbane; promuovere la nascita e lo sviluppo dei Distretti Urbani del Commercio (Reg. Reg. n. 15 del 2011); organizzare iniziative di studio e ricerca per la riqualificazione degli spazi urbani, l’utilizzo delle aree demaniali, lo sviluppo delle attività produttive”. Le azioni a breve termine: “coinvolgimento di Urban Pro (gruppi misti di consulenza e progettazione tra esperti e tecnici); organizzazione di un convegno sui ‘Distretti Urbani del Commercio’; e il confronto con le Amministrazioni comunali per l’avvio dei Distretti Urbani del commercio”. (TS)



Eco?

Comunicato stampa di Legambiente

Non chiamatelo Tartarugaio: il nome giusto è ECOMOSTRO!


Da alcuni mesi – nonostante  un coro di proteste - sta sorgendo, come un indesiderato e velenoso fungo, una nuova costruzione ai piedi della sky line della Città Vecchia, destinata a diventare una clinica per curare le tartarughe.
La vicenda è abbastanza nota ed è stata oggetto di diverse critiche - tra le altre quella della nostra Associazione – nonché di una indagine della magistratura seguita alla presentazione di uno specifico esposto.
Nel ribadire la nostra più assoluta contrarietà verso questo intervento sciagurato, e considerato che la Commissione Assetto del Territorio del Comune di Taranto dovrà tornare ad occuparsene nei prossimi giorni, vogliamo porre pubblicamente qualche interrogativo, che ci auguriamo non rimanga senza risposta.
Perché costruire un nuovo edificio in cemento armato in Città Vecchia, quando è universalmente riconosciuta la inderogabile necessità, invece, di restaurare il patrimonio edilizio pubblico abitativo e di interesse storico-artistico dell'Isola?
Perché, per non sprecare (se non ricordiamo male le dichiarazioni dell'ex assessore Lucio Pierri) 700.000 euro di soldi pubblici, se ne devono spendere 2.300.000, sempre pubblici, per un manufatto di cui non si avverte alcun necessità?
Perché si è deciso di modificare il “volto” dell'Isola senza ascoltare i cittadini, gli ordini professionali e tutti i portatori di interesse attraverso una procedura partecipata che dovrebbe guidare, inderogabilmente, scelte così impattanti?
Sono state interpellate le Soprintendenze Archeologica e ai Monumenti? Se ciò è avvenuto ci chiediamo in base a quali criteri abbiano dato il proprio benestare, tenuto conto che il faro di ogni intervento in Città Vecchia dovrebbe essere il Piano Blandino, che assolutamente esclude ogni e qualsivoglia nuova edificazione sull'Isola.
É come se accanto al Colosseo si desse l'autorizzazione ad edificare una casupola, in un ipotetico stile “romano” e si pretendesse di far digerire ai cittadini tale intervento come un utile ed importante orpello per valorizzare l'antico. Assurdo.
Al momento non sappiamo come andrà a finire questo pasticcio urbanistico. Passano i giorni e l'indigesta opera cresciuta in tutta fretta pare abbandonata, forse a causa dell'intervento della magistratura della cui indagine attendiamo l’esito.
Riteniamo però che l'Amministrazione Comunale abbia, a questo punto, il dovere di ripensare l’intervento, di consultare i cittadini, gli ordini professionali, tutti i portatori di interesse, discutere ed esibire pubblicamente l'intera documentazione attinente l'opera: pareri, progetti, consulenze, incarichi, studi sull'impatto e sulle ricadute dell'operazione.
Ci chiediamo, tra l’altro, con quali soldi si potrà far funzionare, nel tempo, questa ipotetica clinica per tartarughe. Vorremmo sbagliarci, ma temiamo che al danno  si aggiunga la beffa e che questo scempio si riveli  l'ennesimo contenitore vuoto e inutile, un ECOMOSTRO insomma,  per dirla con un termine coniato da Legambiente ormai molti anni fa.
E Taranto ha bisogno di bellezza, non dell’ennesimo ecomostro.

giovedì 31 gennaio 2013

I panzer sulla Città Vecchia

Ed ecco ormai svelata la manovra speculativa dei palazzinari tarantini, l'unica industria alternativa a quella multinazionale. Bloccati da una città in contrazione dove non si vende manco più una cuccia per cani, i palazzinari si sono uniti per marciare sulla città vecchia e annodare il cappio della speculazione intorno al patrimonio comunale sull'isola, che ammonta ad oltre il 70%.
Un patrimonio, lo ricordiamo, che non viene da donazioni ma da espropri e deportazioni di massa fatti nel nome del risanamento e solo per metà portati a termine.
Ora, dopo decenni di incuria, i palazzinari si presentano con il cilindro e il bastone a bussare alla porta di Stefano, il più debole e ignavo dei sindaci che la città abbia mai avuto per chiedere i suoi gioielli in cambio di un tozzo di pane: qualche appartamento da cedere a canone agevolato per una ventina d'anni.
Già negli scorsi anni questa manovra era partita con il peggior progetto di rigenerazione urbana che sia stato prodotto da un comune pugliese dopo il varo della legge regionale. Talmente sfacciato nelle sue intenzioni speculative da essere bocciato dalla Regione per ben due volte.
Alla fine, forti del panico da Ilva e dietro l'incalzare dei crolli, i palazzinari hanno ottenuto il piano e ora parte la manovra di aggiramento per chiamare gli investitori allocchi d'Italia per finanziare abbattimenti e ristrutturazioni all'insegna di una qualità edilizia a prova di geometra di provincia.
Sono andati a dipingere gondole sulle rive del Mar Piccolo per vendere come possibile paradiso immobiliare il centro delle contraddizioni della città meno turistica d'Europa.
Forse chi ha detto che al peggio non c'è mai fine era di queste parti...


Taranto e il suo patrimonio al centro prossimo EIRE a Milano. Marinaro: “Progetto che valorizzi isola antica”

Taranto e il suo patrimonio immobiliare al centro di un incontro tra i vertici di ANCE Confindustria locali e Antonio Intiglietta presidente di EIRE, una delle più grandi fiere internazionali del Real Estate che si tiene ogni anno a Milano. In poche parole il grande business del patrimonio immobiliare che ogni anno in primavera viene posto all’attenzione dei grandi investitori e dei grandi Fondi d’investimento del settore.
DIGITAL IMAGEUn appuntamento che quest’anno si svolgerà dal 4 al 6 giugno e che su 25mila metri quadrati di superficie espositiva presenterà sui tavoli di intermediazione immobiliare internazionale anche una fetta della Puglia da valorizzare e probabilmente una importante porzione di Taranto con la possibilità di mettere in vetrina potenzialità immobiliari che potrebbero riguardare diversi settori: dal turistico-ricettivo al retail e commerciale, dai centri storici da rivalutare al social housing al terziario e residenziale.
«Stiamo valutando l’ipotesi di presentare un progetto che valorizzi il sistema Taranto partendo dai programmi di rigenerazione urbana che dovranno riguardare al più presto l’isola antica – dice Antonio Marinaro, presidente di ANCE Taranto – ma siamo più che mai convinti che la vetrina che il territorio, compresa la sua provincia, potrà conquistare in ambito internazionale sia anche un ottima occasione per non svendere o peggio ancora lasciare in abbandono vaste aree di pregio consentendo così agli operatori, ad esempio, di agire con il pubblico per valorizzare al meglio il patrimonio».
Così ANCE candida autorevolmente Taranto ad EIRE 2013, forte dell’impegno regionale per una presenza qualificata delle potenzialità del sistema Puglia nel campo della trasformazione urbana e valorizzazione dei patrimoni immobiliari pubblici.
Ambizioso progetto condiviso anche da Antonio Intiglietta che non esclude nel book elettronico del “The Best of Italy” (stilato ogni anno dall’organizzazione dell’EIRE e sottoposto all’attenzione degli investitori internazionali- ndr) una presenza più che qualificata della progettualità made in Taranto.
Un appeal che sembra essere confermato anche dall’alto valore di patrimonio demaniale e pubblico immediatamente disponibile alla riqualificazione.
Taranto, seconda solo a Roma in termini di beni demaniali, potrebbe essere dunque uno dei laboratori più interessanti dell’EIRE di quest’anno e attrarre così opportunità capaci di ridisegnare il futuro della provincia ionica. Città come Bologna, Torino e vaste aree di territorio della Toscana hanno già segnato importanti best practice in questo settore. Ma anche al Sud esistono esempi virtuosi come quello dell’isola di Ortigia a Siracusa totalmente recuperata grazie ad una serie di interventi di tutela e recupero del centro storico.
«Ma noi saremo in grado di attrarre investimenti – ha detto Intiglietta – solo se saremo capaci di presentare progetti maturi, con capacità gestionale certa e interlocutori certi».
Insomma, le valorizzazioni riuscite e i modelli vincenti chiamano a responsabilità non solo chi progetta e investe, ma anche e soprattutto le istituzioni e gli enti locali chiamati a sostenere le leve del cambiamento.
Alla riunione, a tal proposito, erano presenti l’assessore al patrimonio del Comune di Taranto, Barbara Scozzi, il sindaco di Palagianello, Labalestra e gli assessori al turismo e ai lavori pubblici del Comune di Castellaneta, Angelillo e Rubino.
Nel corso dell’incontro è stata ufficialmente chiesta ai rappresentanti degli enti locali presenti la possibilità di un confronto più serrato con le amministrazioni comunali al fine di poter coordinare un gruppo di lavoro che lavori sulla individuazione dei progetti da presentare ad EIRE 2013 nell’ambito dell’iniziativa promossa dalla Regione Puglia alla quale ANCE Taranto ha aderito. (Quotidiano Italiano)