sabato 23 febbraio 2013

Speriamo che non resusciti!

Cancellato il progetto del parcheggio sotto la Rotonda del Lungomare

Cancellato il Parcheggio sotto la Rotonda di Lungomare dal piano triennale delle opere pubbliche. Una buona notizia per  Legambiente che ha sempre contrastato il progetto ritenendolo un'idea vecchia, sbagliata e dannosa.
Non solo. Si trattava di una scelta in palese contraddizione con quella  relativa alla costruzione di due aree di parcheggio di interscambio, poste ai margini della città, in località Cimino e Croce, destinate  nelle intenzioni  a ridurre i flussi di traffico veicolare privato e a rilanciare quello pubblico. Quanti automobilisti le avrebbero utilizzate sapendo che avrebbero potuto arrivare direttamente in auto in pieno centro dove avrebbero trovato ad attenderli un megaparcheggio alla Rotonda? 
Come dimostra l’esperienza di tante città italiane ed europee, la costruzione di nuovi parcheggi nel centro delle città  produce un automatico incremento del traffico automobilistico privato. La conseguenza è un maggior inquinamento atmosferico. Non è di questo che Taranto  ha bisogno, ma del suo esatto contrario: minor traffico e minor inquinamento.
Senza andare lontano, a Bari, soli 90 km di distanza dalla nostra città si è sperimentato con successo un  piano urbano della mobilità con ampi parcheggi ai margini del centro cittadino (non all’interno !) ed un servizio efficiente di mezzi pubblici di superficie, con corsie preferenziali per i bus urbani, navette veloci verso il centro e piste ciclabili con il sistema del bike&ride.
Al Comune di Taranto chiediamo di continuare sulla strada giusta: la strada di una mobilità urbana che privilegi il mezzo pubblico, la ciclabilità e la pedonalità. (Legambiente)

giovedì 14 febbraio 2013

E che patto!

Un patto d'acciaio (offre Riva) tra i commercianti in crisi nera e gli architetti in crisi cronica per accaparrarsi qualche spicciolo del piano città!
Si spera nella "benevolenza" ministeriale e nella solita città vecchia moribonda che dai tempi della Di Bello è sempre buona per fare impressione ai benpensanti (e dispensanti).

Ecco il “patto per la città” per riqualificare Taranto

riqualificazioneUn patto per la città, siglato con l’Ordine degli Architetti con l’obiettivo di arrivare, a strettissimo giro, ad un piano per la riqualificazione di Taranto.
 La novità, annunciata nei giorni scorsi dal presidente provinciale di Confcommercio, Leonardo Giangrande, ha ora il crisma dell’ufficialità. Stamattina nella sede di viale Magna Grecia è stato sottoscritto l’atto d’intesa a livello provinciale tra la stessa Confcommercio e l’Ordine degli Architetti, rappresentato dal suo presidente, Pietro Dione.
 “La situazione di grave difficoltà che il territorio sta vivendo richiede grande impegno da parte delle organizzazioni professionali e d’impresa, finalizzato a ricercare percorsi di crescita del territorio che consentano la realizzazione di un progetto organico, condiviso per superare il modello imposto” è stato spiegato durante l’incontro con la stampa.
 A sottolineare lo spirito dell’iniziativa che fa da apripista a livello nazionale, il presidente Giangrande: “Come abbiamo più volte spiegato, si parte dalla considerazione che non si può pensare all’ampliamento della città, ma si deve partire dalla riqualificazione del Borgo, dove gli abitanti vanno via e le imprese chiudono”. Giangrande stima in almeno 12mila i residenti che hanno abbandonato il centro da qualche anno a questa parte.
“Con questo accordo, e con l’appoggio di Confcommercio nazionale che mette a disposizione il supporto tecnico e logistico (parteciperà anche l’architetto Angelo Patrizio), vogliamo arrivare al progetto di riqualificazione della città, siamo i primi a livello nazionale, vista l’emergenza del territorio”.
 E sui tempi: “Stiamo già lavorando e nel giro di poco tempo presenteremo la nostra idea di piano di sviluppo della città”.
Sotto l’aspetto più prettamente tecnico, l’intesa si pone l’obiettivo di favorire la piena operatività nel territorio del ‘Patto per la Città’, utilizzando al meglio le disponibilità del Piano nazionale per le Città 2012/13 e divenendo promotori dei Contratti di Valorizzazione Urbana. Il protocollo prevede: lo “Sviluppo degli scambi culturali e professionali”.
 A livello provinciale si intende: “favorire la piena collaborazione tra pubblico e privato nelle azioni di recupero delle aree urbane; promuovere la nascita e lo sviluppo dei Distretti Urbani del Commercio (Reg. Reg. n. 15 del 2011); organizzare iniziative di studio e ricerca per la riqualificazione degli spazi urbani, l’utilizzo delle aree demaniali, lo sviluppo delle attività produttive”. Le azioni a breve termine: “coinvolgimento di Urban Pro (gruppi misti di consulenza e progettazione tra esperti e tecnici); organizzazione di un convegno sui ‘Distretti Urbani del Commercio’; e il confronto con le Amministrazioni comunali per l’avvio dei Distretti Urbani del commercio”. (TS)



Eco?

Comunicato stampa di Legambiente

Non chiamatelo Tartarugaio: il nome giusto è ECOMOSTRO!


Da alcuni mesi – nonostante  un coro di proteste - sta sorgendo, come un indesiderato e velenoso fungo, una nuova costruzione ai piedi della sky line della Città Vecchia, destinata a diventare una clinica per curare le tartarughe.
La vicenda è abbastanza nota ed è stata oggetto di diverse critiche - tra le altre quella della nostra Associazione – nonché di una indagine della magistratura seguita alla presentazione di uno specifico esposto.
Nel ribadire la nostra più assoluta contrarietà verso questo intervento sciagurato, e considerato che la Commissione Assetto del Territorio del Comune di Taranto dovrà tornare ad occuparsene nei prossimi giorni, vogliamo porre pubblicamente qualche interrogativo, che ci auguriamo non rimanga senza risposta.
Perché costruire un nuovo edificio in cemento armato in Città Vecchia, quando è universalmente riconosciuta la inderogabile necessità, invece, di restaurare il patrimonio edilizio pubblico abitativo e di interesse storico-artistico dell'Isola?
Perché, per non sprecare (se non ricordiamo male le dichiarazioni dell'ex assessore Lucio Pierri) 700.000 euro di soldi pubblici, se ne devono spendere 2.300.000, sempre pubblici, per un manufatto di cui non si avverte alcun necessità?
Perché si è deciso di modificare il “volto” dell'Isola senza ascoltare i cittadini, gli ordini professionali e tutti i portatori di interesse attraverso una procedura partecipata che dovrebbe guidare, inderogabilmente, scelte così impattanti?
Sono state interpellate le Soprintendenze Archeologica e ai Monumenti? Se ciò è avvenuto ci chiediamo in base a quali criteri abbiano dato il proprio benestare, tenuto conto che il faro di ogni intervento in Città Vecchia dovrebbe essere il Piano Blandino, che assolutamente esclude ogni e qualsivoglia nuova edificazione sull'Isola.
É come se accanto al Colosseo si desse l'autorizzazione ad edificare una casupola, in un ipotetico stile “romano” e si pretendesse di far digerire ai cittadini tale intervento come un utile ed importante orpello per valorizzare l'antico. Assurdo.
Al momento non sappiamo come andrà a finire questo pasticcio urbanistico. Passano i giorni e l'indigesta opera cresciuta in tutta fretta pare abbandonata, forse a causa dell'intervento della magistratura della cui indagine attendiamo l’esito.
Riteniamo però che l'Amministrazione Comunale abbia, a questo punto, il dovere di ripensare l’intervento, di consultare i cittadini, gli ordini professionali, tutti i portatori di interesse, discutere ed esibire pubblicamente l'intera documentazione attinente l'opera: pareri, progetti, consulenze, incarichi, studi sull'impatto e sulle ricadute dell'operazione.
Ci chiediamo, tra l’altro, con quali soldi si potrà far funzionare, nel tempo, questa ipotetica clinica per tartarughe. Vorremmo sbagliarci, ma temiamo che al danno  si aggiunga la beffa e che questo scempio si riveli  l'ennesimo contenitore vuoto e inutile, un ECOMOSTRO insomma,  per dirla con un termine coniato da Legambiente ormai molti anni fa.
E Taranto ha bisogno di bellezza, non dell’ennesimo ecomostro.