lunedì 7 ottobre 2013

Addio palazzinari?

Una piazzata in pieno stile tarantino.
Siamo di fronte alla fine di una categoria di palazzinari vissuti all'ombra della speculazione?
Una categoria che ha sempre preferito le mazzette e gli inciuci coi politici di turno allo sviluppo di progetti avanzati, di nuove tecnologie?
Come i dinosauri di un'età dell'oro di soldi facili, piani indefiniti e sempre in variante, gestione anarchica e lobbistica, ora ansimano con la città che si contrae, con le nuove leggi sul territorio, con la richiesta di competitività sull'offerta e di riqualificazione dell'esistente. 
Già adesso vengono da fuori a soddisfare queste richieste.
Il settore non è morto, sono loro ad essere ormai superati! 

"Il settore edile è in vendita" l'annuncio shock sui giornali

Sembra la classica pagina pubblicitaria di vendite immobiliari. Ma è l’intero sistema di imprese edili di Taranto che in questo modo comunica di aver chiuso, battuto dalle difficoltà del momento, dall’indifferenza delle banche e dalle promesse mancate della politica. “Fine attività” c’è scritto sulla pagina di giornale comprata sui quotidiani locali dalla sezione dei Costruttori edili di Confindustria Taranto, aderente all'Ance. Il 'vendesi' campeggia a caratteri cubitali, e nella pagina non mancano le offerte condite da amara ironia. Si offrono infatti 'sconti al massimo ribasso, comodi pagamenti in ritardo, zero interesse dalle banche'. E poi, a chiudere la pagina, un chiaro riferimento a chi dovrebbe lavorare per il bene comune: 'Astenersi perditempo politici'. Quella della pagina pubblicitaria sui giornali è solo la prima di una serie di iniziative che i costruttori tarantini hanno in calendario per invitare le istituzioni a un confronto per trovare le soluzioni ad una crisi che sta portando alla cancellazione del settore. La prossima verranno affissi per la città manifesti '3x6' dello stesso tenore. "Dal 2009 ad oggi - spiega Antonio Marinaro, presidente dell’organizzazione di categoria - la massa salari è diminuita del 69 per cento, e questo è direttamente proporzionale al calo del fatturato. Nello stesso periodo, dall'inizio della crisi, il settore ha perso 4.000 addetti". L'imprenditore punta il dito soprattutto sull'utilizzo degli investimenti, che a Taranto ci sono stati ma non hanno avuto ricadute positive sull'economia locale. "Penso - spiega - alla realizzazione con fondi Cipe della piastra logistica al porto, oppure alle bonifiche ambientali. Per le imprese locali è come se non fosse accaduto nulla, tutto è passato sulle nostre teste". Marinaro parla di "potentati economici italiani ed europei che si garantiscono gli appalti, prendono i soldi e vanno via", senza lasciare neanche le briciole al tessuto economico locale. "Non lo possiamo permettere più - conclude - o qui sarà la fine dell'edilizia". (Rep)

giovedì 3 ottobre 2013

Zone Franche... un altro modo di porgere il cappello

Zone Franche Urbane, chiarito l’arcano fra Ministero e Regione: Taranto e Manduria sono dentro

Le Zone Franche Urbane pugliesi tornano sotto l’egida dello Stato. Il chiarimento è stato messo nero su bianco nella circolare n.32024 emessa lunedì scorso dal Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Sociale del Ministero per lo Sviluppo Economico. Aveva suscitato giusti allarmismi la decisione della Regione di finanziare con propri strumenti il programma di fiscalità agevolata per piccole imprese, ripescato a fine 2012. In realtà pare si sia trattato di un fraintendimento col Ministero, giacché la Regione intendeva solo includere ulteriori città, oltre a quelle già approvate nel lontano 2008 (leggi QUI il chiarimento dell’ass. regionale Capone). Allora la Regione selezionò 11 comuni sulla base delle disposizioni del Cipe, ma il Ministero diede la sua approvazione solo per tre di questi: Taranto, Lecce ed Andria. Ora il piano nazionale includerà le altre otto, fra cui anche la nostra Manduria. In particolare per Taranto la ZFU ricomprenderà le aree dell’Isola, dei Tamburi e di Paolo VI.
Pare dunque volgere al termine la telenovela delle ZFU, prima istituite, poi cancellate dal provvedimento del ministro Tremonti e ora ripescate dopo cinque anni di nulla e ben tre governi. Decisione di fondamentale importanza per il nostro territorio, sperando che i sussulti politici non le mettano nuovamente a rischio. Altro aspetto di non poco conto è che, mentre i criteri di agevolazione sono stati decisi a livello centrale, i fondi sono a carico delle regioni. La Puglia ha stanziato 134 milioni per i suoi undici comuni, occorrerà ora vigilare affinché il nostro territorio abbia quanto gli necessita per ripartire. Si tratta di agevolazioni fiscali per piccole e medie imprese, come scritto poc’anzi, ma cosa prevedono nello specifico le ZFU? eccolo spiegato: l’esonero dal pagamento delle Imposte sui redditi (IRES ed IRPEF) sino ad un massimo di € 100.000 aumentati di € 5.000 per ogni lavoratore assunto successivamente al primo anno; esonero dal pagamento dell’IRAP sul un valore massimo della produzione pari ad € 300.000 per ciascuno dei primi 5 anni di attività; esonero dal pagamento dell’ICI per quattro anni per gli immobili posseduti dall’azienda nella ZFU; esonero dal pagamento dei contributi sulle retribuzioni da lavoro dipendente (il 30% dei quali con residenza nella ZFU). Insomma un treno da prendere a tutti i costi, per un territorio che vuole ripartire.
 Il testo della circolare del Ministero nella parte riguardante la Puglia:“Le ZFU della Puglia, pur previste nel Piano di Azione Coesione (PAC) con cui sono stati riprogrammati i programmi cofinanziati dai Fondi strutturali 2007-2013 e al cui interno è collocata la specifica misura sulle ZFU dell’Obiettivo Convergenza, non sono state incluse nell’ elenco allegato al Decreto, in quanto la Regione Puglia aveva all’ epoca rappresentato la volontà di finanziare gli interventi nelle ZFU ricadenti nel territorio regionale con propri strumenti. Stante la successiva proposta della Regione di utilizzare per l’attuazione degli interventi lo strumento agevolativo nazionale, il Ministero procederà alla modifica del Decreto, al fine di consentirne l’applicazione anche alle ZFU pugliesi, subordinatamente all’aggiornamento del PAC stesso e alla relativa informativa al CIPE. Per pronto riferimento, è riportato in allegato alla presente circolare l’elenco di tutte le ZFU dell’Obiettivo Convergenza previste nel PAC (III aggiornamento, dicembre 2012), quindi anche di quelle ricadenti nel territorio della regione Puglia, con l’avvertenza che la singola ZFU non coincide con l’intero territorio comunale, ma include solo porzioni di esso. Il Ministero provvederà tempestivamente, in relazione ai tempi a disposizione delle imprese per la presentazione delle domande di accesso alle agevolazioni, a comunicare l’esatta perimetrazione delle singole ZFU sulla base dei criteri e degli indicatori stabiliti dal CIPE con la delibera n. 5/2008”. (Inchiostroverde)